Gli Angeli di Singureni
Nella primavera 1993, nell’ospedale dove svolgevo la mia at- tività di medico, il Policlinico Umberto I, Università La Sapienza di Roma, la mia vita è profondamente cambiata: una paziente trombocitopenica mi ha detto che sarebbe andata, dopo la sua prima visita di controllo, all’aeroporto di Fiumicino per aiutare le Suore Francescane Angeline, che gestivano l’asilo dove andava il suo primo figlio, perchè esse dovevano inviare del materiale in Bolivia, dove avevano delle missioni. Le parole di questa signora, Anna Toffoli, assistente di volo dell’Alitalia, ripetute più volte nelle sue visite di controllo, mi suggerirono l’idea che forse potevo andare in Bolivia per aggiornare i medici locali sui progressi che si verificavano nell’ambito della medicina interna. Chiesi ad Anna cosa ne pensava di questa idea; essa mi guardò con uno sguardo serio, chiedendomi se ero sicuro di ciò che avevo affermato. Alla mia risposta positiva, Anna rispose: “Va bene”. Dopo due giorni venne in ospedale la Madre responsabile delle missioni in Bolivia, Suor Marina, dell’ordine delle Suore Francescane Angeline e decidemmo che a settembre sarei andato per un mese nelle loro missioni, nell’Oriente boliviano. Da allora, quasi ogni anno sono andato in Bolivia nelle missioni francescane, quasi sempre accompagnato da medici, studenti della facoltà di Medicina, infermieri, semplici volontari, fino al 2008. Nella primavera del 1999, mi chiamò un medico, che conosceva la mia attività nei paesi in via di sviluppo, con una richiesta specifica: Mino Damato, giornalista molto noto anche per la sua attività umanitaria nei confronti dei bambini rumeni abbandonati, gli aveva chiesto se conosceva un medico disposto ad andare in una cittadina della Romania ad organizzare un laboratorio analisi, con il compito di attivarlo in modo di essere in grado di controllare periodicamente i bambini affetti da AIDS ed ospitati presso la struttura che Mino Damato stesso aveva già organizzato. In quegli anni l’AIDS era in pieno sviluppo e non esistevano terapie realmente efficaci per controllare questa gravissima immunodeficienza acquisita. Diedi la mia risposta affermativa a questo medico, il quale mi passò al telefono Mino Damato, con il quale concordammo il giorno della partenza per la Romania. Questo è stato l’inizio della mia esperienza in Romania. Il rapporto con i piccoli o giovani pazienti, praticamente quasi sempre abbandonati dai genitori, e che vedevano in noi, volontari medici e non medici, dei grandi amici, se non figure genitoriali, è stato qualcosa di difficilmente esprimibile con le parole. In questa esperienza, che è durata quattro anni, ma che è rimasta sempre nel mio cuore, ho coinvolto le Suore Francescane Angeline di Assisi, che, con la guida entusiastica di Suor Roberta Arcaro, hanno organizzato corsi di volontariato per andare in Romania, nella cittadina di Singureni, per portare amore, gioia, forza ai piccoli e giovani pazienti, ospiti della struttura della Fondazione fondata da Mino Damato a tale scopo, la Fondazione Bambini in Emergenza. Anche le Suore Francescane del Giglio di Assisi, che Mino Damato ha coinvolto nella sua struttura rumena, hanno fortemente collaborato, con immenso amore, alla nostra attività di volontari, innamorati di questi bambini e di questi giovani. Questo testo è la cronaca da noi vissuta in quattro anni, molto intensi, nei quali giovani straordinari, provenienti da varie regioni italiane, hanno donato tempo, attività, amore ad altri giovani e a tanti bambini che combattevano la loro battaglia per la vita. Questo testo è la testimonianza diretta del grande, immenso lavoro svolto da Mino Damato in favore della popolazione pediatrica rumena, colpita dall’AIDS numericamente in maggior misura che in tutto il resto dell’Europa. Instancabile, sempre attivo, capace di coinvolgere persone come il dottor Patch Adams, o come Ivana Spagna, che hanno condiviso con noi l’esperienza di donare amore ai bambini e ai giovani aggrediti da una terribile, allora praticamente incurabile, malattia. Personalmente, in questo periodo della mia vita ho vissuto l’esperienza professionalmente ed umanamente più coinvolgente di sempre, pur essendo andato anche in altri luoghi di sofferenza, come l’India, l’Uganda o l’Albania. Un’esperienza unica, che rimarrà sempre nel mio cuore, e che ho cercato di documentare e trasmettere con questa testimonianza. Alla fine dell’elaborazione di questo testo, ringrazio vivamente, con tutto il cuore, Suor Maria Consonni, che con infinita pazienza e sapiente precisione ha attentamente rivisto tutto il testo originale, suggerendo preziosi consigli; Suor Monica Partac, che fin dai nostri primi incontri presso il Centro di Singureni (dove lei era una vera “mamma” per i bambini più piccoli, ospiti delle case famiglia) e sempre, negli anni successivi, mi è stata di fraterno aiuto sia in terra rumena, sia dopo, nella preparazione di questo testo; Daniela Furlan, infermiera, laureata in Scienze delle professioni sanitarie della prevenzione, che mi ha accompagnato in tutti questi anni nella preparazione e nella realizzazione di questo testo, con grande competenza e con animo generoso ed instancabile. Infine la mia gratitudine va a tutti i nostri meravigliosi volontari, che, negli anni della nostra continua presenza a Singureni, non si sono mai risparmiati per essere vicini ai nostri carissimi bambini e giovani, portando loro amore, gioia, serenità, vita vera.
Libro di 155 pagine (copertina a colori, foto a colori, f.to 16X22)
ISBN 978-88-99374-17-4