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Roma, 4 mag - Rileggere la campagna di Russia attraverso le voci di chi su quel fronte c'e' stato, ha combattuto, sof
Roma, 4 mag. - (Adnkronos) - Rileggere la campagna di Russia attraverso le voci di
chi su quel fronte c'e' stato, ha combattuto, sofferto, resistito e per tanti, troppi anni e' stato dimenticato
offrendo al lettore un nuovo punto di vista su una delle pagine piu' tristi dell'esperienza italiana nella
Seconda Guerra Mondiale. E' quanto si propone 'Ombre nel ghiaccio - Storia e memorie della campagna italiana di
Russia 1941-1943', di Matteo De Santis - trentunenne storico e studioso di fatti militari -“Ciò che risalta in questo Lamento per Antonio Gramsci - scrive nelle note di copertina al libro il poeta Amleto Micozzi - è la sua attualità, e ciò a dispetto del fatto che colui per il quale Pino Mereu lo ha composto sia morto da ben 72 anni e che già dieci anni prima, nel ’27, avesse avuto inizio quella sua sofferenza in galera che gli dettò gli accorati versi con cui Mereu dà inizio al suo tributo&rdquo
Ne "Le Guerre Indiane della Vecchia Frontiera - 1607-1838" (Edizioni Chillemi),
lo studioso Domenico Rizzi rievoca oltre duecentotrenta anni di battaglie che
hanno scandito il destino degli Stati Uniti, dallo sbarco dei primi coloni inglesi
capitanati da John Smith alla deportazione delle tribù indiane verso l'Oklahoma.
Vediamo così scendere in campo condottieri di altissimo valore (Powthan, Metacomet,
Pontiac, Piccola Tartaruga, Tecumseh, Aquila Rossa, Falco Nero, Osceola...) e tribùAlcuni personaggi storici sono talmente conosciuti da perdere ogni reale consistenza.
Tutti, o quasi, ne conoscono il nome e quindi tutti ritengono di conoscerne anche la vera storia.
Uno di questi personaggi è Gengiz Khan, i cui eserciti, anzi le “orde” mongole, hanno sempre
ispirato sentimenti di terrore nel nostro mondo d’antichi sedentari. Magari abbiamo visto solo
The Conqueror, vecchio film del 1956 con un John Wayne dagli improbabili baffetti cinesi e conLa storia dell’Aviazione militare ottomana iniziò nel lontano autunno del 1909,
quando una delegazione di piloti francesi venne invitata ad Istanbul
dall’Alto Comando dell’Esercito della Sublime Porta per dare dimostrazioni
circa l’utilità del mezzo aereo in ambito bellico. Il 2 dicembre dello stesso
anno, il ministro della Difesa, Mahmut Şevket Paşa, positivamente convinto
dalle argomentazioni degli specialisti transalpini, si rivolse ad un pioniereUn cattolico ed un comunista impegnati nella Resistenza? Il mio pensiero è volato subito a Brescello, al suo sindaco Giuseppe “Peppone” Bottazzi ed al suo parroco don Camillo. Ho quindi avviato una mia personalissima interpretazione di uno dei loro incontri/scontri sul finire della guerra, qualche anno prima che Guareschi cominciasse a ritrarli nel suo primo libro “Don Camillo” del 1948, fuori dagli stereotipi cinematografici di Gino Cervi e Fernandel...continua
Sino ad anni recenti, la storia militare in Italia era piuttosto negletta.
Chi s’interessava di armi, battaglie, eserciti e uniformi era considerato
un tipo anomalo e guardato con sospetto.
Meritevoli ma solitarie eccezioni erano gli studi di Piero Pieri e Giorgio Rochat,
oltre alle pubblicazioni istituzionali dell’Ufficio Storico dello Stato
Maggiore dell’Esercito, dettagliatissime ma ponderose.
Pertanto chi coltivava tali interessi era costretto a rivolgersi a testiQuesto godibilissimo volume è in realtà il primo di una serie dedicata alle forze armate dell'impero d'oriente dalla nascita fino alla caduta. Nello specifico il primo libro tratta il periodo che va da Giustiniano (VI secolo d.C.) ai Comneni (XII secolo d.C.), coprendo quindi un lasso di tempo che vide la trasformazione di Bisanzio da stato tardo-antico a greco medievale ed infine in una struttura che mischiava elementi del feudalesimo occidentale con la tradizione imperiale d'oriente.